Mi sono piaciuti i dipinti, con le grandi immagini che quasi i quadri non riescono a contenere. Anzitutto la tecnica, molto fredda, e il materiale, per cui non si capisce “su cosa” siano dipinti. Forse masonite o materiale sintetico?
Quello che fa piu’ impressione e’ l’attenzione selettiva al dettaglio e al gioco compositivo dell’insieme. Tutti i lavori sembrano frutto di una “fredda razionalità” per l’attenzione architettonica alle proporzioni e al tema, ma in cui dirompe anche la personalita’ del soggetto ritratto. E su tutti una forte luce, quasi una luce zenitale, una luce mediterranea, meridionale, accesa, estiva, cruda, tagliente.
Un senso della luce non elemento che sottolinea il soggetto, ma lo sottopone ad un’ indagine stratigrafica e anzi quasi lo seleziona. Ne scaturiscono tanti livelli, che si contemperano tra loro solo nella completezza dell’opera. Un “giocare” con la forza bruta della luce che è forse un traslato in chiave pittorica del linguaggio fotografico, secondo ottica caravaggesca (maestro dei grandi contrasti).
Siamo quindi in presenza di contaminazioni tra il contemporaneo e i grandi maestri, sulla strada di una ricerca individuale dal carattere personalissimo, che rivela uno stile inconfondibile, fatto di intuizione, passione e freddo calcolo.
Da starci attenti.